sabato 26 settembre 2015

Benedetto sia ’l giorno, e ’l mese, e l’anno

Benedetto sia ’l giorno, e ’l mese, e l’anno,
e la stagione, e ’l tempo, e l’ora, e ’l punto,
e ’l bel paese, e ’l loco ov’io fui giunto
da’ duo begli occhi che legato m’hanno;

5e benedetto il primo dolce affanno
ch’i’ebbi ad esser con Amor congiunto,
e l’arco, e le saette ond’i' fui punto,
e le piaghe che ’nfin al cor mi vanno.

Benedette le voci tante ch’io
10chiamando il nome de mia donna ho sparte,
e i sospiri, e le lagrime, e ’l desio;

e benedette sian tutte le carte
ov’io fama l’acquisto, e ’l pensier mio,
ch’è sol di lei, sì ch’altra non v’ha parte.


PARAFRASI
Sia benedetto il giorno, il mese e l'anno
Sia benedetto il giorno, il mese e l'anno,
e siano benedette le stagioni, il tempo, le ore e le strade,
e sia benedetto il bel paese, che è il luogo dove io
 fui condotto da due bei occhi che mi hanno innamorato;

e sia benedetto l'amore carnale
che conobbi quando mi innamorai,
e sia benedetto l'arco e le saette di cupido da cui fui colpito,
e le ferite d'amore che mi arrivano al cuore.

Siano benedette le tante voci che ho sparso in tutte
le direzioni chiamando il nome della mia donna,
e siano benedetti i sospiri, le lacrime e il desiderio d'amore;

e siano benedette tutti i miei scritti che mi danno
e mi daranno fama, e sia benedetto ilmio pensiero,
che è rivolto solo a lei ed a nient'altro.

In questo sonetto Petrarca racconta il luogo e il modo in cui vide per la prima volta Laura. Non è una dichiarazione d’amore: il poeta esprime infatti il suo dissidio interiore. Racconta il momento in cui fu colpito dalle frecce dell’Amore. Benedice tutti i sentimenti che lo legano alla donna concludendo che Laura è l’unica donna che può averne parte.
Nel sonetto “Benedetto sia ‘l giorno e ’l mese e l’anno”si capisce che Petrarca associa l’incontro avvenuto con Laura ad un fatto non casuale, un evento guidato da una volontà ineluttabile,associandolo ad un miracolo;il sonetto strutturato in maniera simmetrica viene rafforzato dall’enumerazione(elenco:e,e,e,….)e dalle ripetute anafore all’inizio delle quartine e terzine,le quali riprendono il termine “benedetto”. Viene ripreso lo stile stilnovistico,in quanto ogni riferimento a Laura viene commemorato e idealizzato;ritorna l’ immagine della donna,creata dal sogno,dalla fantasia e dalla memoria. Il poeta benedice anche i momenti negativi della propria esistenza, sottolineando il concetto di donna,come essere superiore rispetto all’uomo,la quale dona gentilezza d’animo. Egli non mostra rimpianti nel descrivere le sue sofferenze,anzi sembra andarne fiero,forse perché dimostrare la propria sensibilità verso Laura rendeva il suo corteggiamento più limpido,accentuando l’idea di un amore inappagato. In antitesi vi è l’altro sonetto,nel quale l’autore si accorge della propria debolezza di volontà,non riuscendo a non amare Laura,e così invoca pietà verso Dio,confessando la sua tremenda passione che divampa nel suo cuore, nel guardare con meraviglia i suoi movimenti troppo attraenti. Chiede al Signore di aiutarlo a ritornare ad un’esistenza più ligia e di sconfiggere il diavolo che tramite la sua amata lo provoca a commettere peccati. Il problema del rimorso e del pentimento sboccia in un’analisi in cui viene descritto il passato,come tempo della debolezza e dell’errore e il futuro come attesa della liberazione e del riscatto .Il sonetto viene strutturato come una preghiera a Dio, in cui l’invocazione ad Egli viene seguita dal ricordo del tempo perduto nel vaneggiamento e nella colpa;l’opera si apre e si chiude facendo riferimento a due preghiere importanti(Padre nostro e il Miserere) per rafforzare l’idea spirituale.
Ed è proprio grazie a questi due testi che riusciamo a scorgere il conflitto interiore del Petrarca,il quale si trova continuamente combattuto fra il richiamo dei beni terreni e il bisogno a condurre una vita più pura indirizzata alla salvezza interiore. Una battaglia attraverso la quale il poeta non riuscirà a trovare pace,vedendo anche nella morte solamente tempesta,al contrario di Dante che, scrivendo la Commedia, riuscirà a giungere ad una purificazione.


Figure Retoriche:

Dal 1° al 3° verso: dal primo rigo sino a giunto è enumerazione.

Al 4° verso: dato che gli occhi non possono legare vi è una metafora.

5° verso: enjambement

6° verso: personificazione di amore.

7° verso: anafora.
 8° verso: metafora, dolore d'amore come piaga.

9° verso: enjambement.

11° verso: enumerazione per polisindeto, anafora.

12° verso: enjambement.


13° verso: chiasmo fra nome e pronome

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