Prova ingresso abilità di lettura
materiali:
cronometro
cosa
fa l’alunno: legge il brano ad alta voce da un articolo di giornale
cosa
fa l’esaminatore
legge il titolo , non interviene per correggere , indica
col dito la riga giusta se l’alunno salta la riga , se una pausa è superiore a
5 secondi legge la parola seguente.
Annota il tempo di lettura (max 5 minuti)
Segna gli errori su una scheda di verifica
Valutazione:
Moltiplicare il tempo di lettura per 100 e dividere il
tutto per il numero di sillabe. Confrontare il risultato con la sottostante
tabella.
Se non si
possiedono i brani MT, si possono utilizzare brani tratti dall'antologia o dal
libro di italiano, della stessa classe frequentata dal bambino/ragazzo, giusto
per avere una prima idea della situazione. Non sarà certo il genitore o
l'insegnante, comunque, ad emettere una diagnosi!
Finale
III media
VELOCITA’
DI LETTURA MEDIA= 5.34 s /s
Deviazione
standard 1.06 s/s
|
Finale
I SUPERIORE
VELOCITA’
DI LETTURA MEDIA=4.75 s /s
Deviazione standard 1.0 s/s
|
Finale
II SUPERIORE
VELOCITA’
DI LETTURA MEDIA=6.14 s /s
Deviazione standard 1.25 s/s
|
Finale
III SUPERIORE
VELOCITA’
DI LETTURA MEDIA=6.55 s /s
Deviazione standard 1.15 s/s
|
Media = numero di sillabe lette al secondo dai normolettori di una particolare
fascia d’età (esiste anche la media per il numero di errori);
- Deviazione standard = è un sorta di intervallo entro il quale la media
può oscillare;
Ad esempio, in terza elementare (secondo alcune tabelle) la media nazionale per velocità di
lettura è di 2,99 sill/sec e la deviazione standard di 1,1 sill/sec.
Per definizione diagnostica, se la velocità di lettura di un soggetto si
discosta dalla media di 2 deviazioni standard, verso il punteggio inferiore,
allora il soggetto è certificabile come dislessico.
Prendendo l’esempio della terza elementare:
- un normo-lettore dovrebbe leggere intorno ai 2,99 sill/sec:
a) calcolo due deviazioni standard (1,1 x 2 = 2,2);
b) le sottraggo alla media: 2,99 – 2,2 = 0,79 sill/sec
0,79 sill/sec è il limite sotto il
quale un soggetto di terza elementare rientrerebbe nella diagnosi di dislessia.
Ecco due esempi:
Marco ed Enrico sono due bambini che frequentano la terza elementare, hanno difficoltà di lettura e possiedono un quadro neuropsicologico simile (QI, attenzione, memorie, linguaggio…).
Marco ed Enrico sono due bambini che frequentano la terza elementare, hanno difficoltà di lettura e possiedono un quadro neuropsicologico simile (QI, attenzione, memorie, linguaggio…).
Marco, rispetto ai suoi compagni, impiega circa il triplo del tempo: se
loro terminano la lettura di un brano in 10 minuti, Marco ne impiegherà più di
30 (legge ad una velocità di circa 0,70 sill/sec invece di 3,01); è molto
probabile che dopo 12-13 minuti sia stremato e si demoralizzi vedendo il resto
della classe già impegnato in altri compiti. Potrebbe, inoltre, essere giudicato
svogliato o poco intelligente.
Enrico, invece, impiega quasi il doppio del tempo a leggere lo stesso brano
(legge 1,50 sill/sec).
Dopo un primo esame diagnostico, Marco è certificabile come dislessico
(0,70<0 critica="" enrico="" la="" mentre="" sec="" sill="" soglia="" sopra="" trovandosi="">0,79 sill/sec) non viene certificato, anche se vive un disagio
notevole.
Nella valutazione di Marco ed Enrico, dovrebbe essere prassi eseguire
un’indagine approfondita, una diagnosi neuropsicologica funzionale.
Marco, certificato a tutti gli effetti come dislessico, dovrà iniziare un
percorso abilitativo e di potenziamento presso specialisti, ma anche Enrico,
pur non essendo “etichettato” come dislessico dovrà essere seguito e potenziato
negli aspetti che l’indagine diagnostica isola come carenti.
In una classe di 25
alunni ci sono, in media, 1 o 2 bambini certificabili come dislessici. Gli
altri 23/24 leggono ad una velocità che varia dal confine con la dislessia fino
a raggiungere la media normale e oltrepassarla. Gli insegnanti, perciò, hanno
di fronte a loro una situazione estremamente varia: non esiste il "bambino
tipo", esistono 25 bambini diversi per velocità di lettura, QI e
componenti cognitive (attenzione, memorie…).
Dati tratti
dalla rivista Dislessia (Vol. 7, n. 1, gennaio 2010, scritto da Cesare
Cornoldi, Patrizio E. Tressoldi e Nicoletta Perini) .
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